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Ci sono tempi e luoghi

 

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Perché dividere la tela in tanti riquadri e al loro interno dar vita a strane elaborazioni pittoriche? A questa domanda probabilmente Damiano Mandalà risponderebbe: “Trascende ogni mio controllo”, ma noi che vogliamo tradurre le pennellate in parole dobbiamo indagare.

Al primo sguardo i suoi dipinti mi fanno venire in mente dei mandala (in nomen omen) di forma quadrata anziché circolare. I mandala sono dei simboli spirituali che rappresentano l'universo. Sono bellissimi e coloratissimi quelli realizzati con la sabbia dai monaci tibetani. Mandala in sanscrito significa “contenere l'essenza”.

Avventurarsi alla ricerca dell'essenza nei quadri di Damiano è un esercizio divertente, ogni tassello è un universo che dialoga con l'universo adiacente, l'occhio si muove per carpire la trama e rimane catturato dai segni, dai colori, dalle sfumature, mentre cerca delle connessioni subisce una fascinazione tipica di quando la nostra parte razionale è in armonia con la parte emotiva.

Questi quadri dentro il quadro rappresentano spazi, punti di vista e sequenze temporali, Damiano racconta una visione fantastica con immagini astratte e rimandi antropomorfi.

Nei suoi dipinti ci sono tempi e luoghi, ogni volta che si torna a guardarli sembrano mutare rivelando nuovi particolari.

Il percorso che si compie è un viaggio dentro un labirinto che con le sue biforcazioni ci permette di costruire storie sempre diverse.

Le storie che si leggono non sono le storie del pittore, ma le nostre: ognuno vede ciò che conosce. Questa è l'essenza.

Avere un dipinto di Damiano Mandalà è come possedere una sorta di enciclopedia sull'arte divinatoria.

 

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Pino Matranga

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